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      Si riscaldano di rado per quella vivace lotta degl'intelletti che per l'uomo colto forma il pane della vita, e sono molto proclivi a dar via la libertà del pensiero per un governo forte e benigno, che promova energicamente il benessere dei molti: tra tutte le potenze spirituali è però sempre quella della Chiesa, che esercita su cotesti animi l'incanto più forte. È questa la ragione che difficolta al dotto un giudizio sicuro sul più recente grado di sviluppo del bonapartismo. Nel mondo moderno l'importanza del quarto stato non era stata mai così invadente come sotto il secondo impero. Al tempo della Convenzione le moltitudini parigine dominavano il potere dello stato e mutuavano una parte della loro potenza al sicuro lavoro della macchina amministrativa. Sotto Napoleone III erano fuori del governo; ciò non ostante il quarto stato costituiva la classe più importante: il continuo riguardo al contentamento degli umili formò il pensiero direttivo del nuovo bonapartismo. Anche oggi, sotto la così detta repubblica, l'avvenire della nazione è indubitabilmente nelle mani dei contadini e degli operai. Solo che dove domina il quarto stato, ivi domina anche il suo concetto sensuale della vita. E nella nuova Francia appare così spaventosa la rozzezza morale, il disprezzo di tutti i beni ideali, che senza volerlo si corre a una congettura, la quale, certo, non è storicamente dimostrabile. L'apparenza è, che tutti i nobili elementi latini e germanici(20) siano stati interamente schiumati da questa nazionalità commista, e che sia tornato sopra a ribollire il sedimento impuro dell'antichità celta.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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