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      Il suffragio universale formava la base del nuovo diritto pubblico ed entrava in vigore in ogni elezione, in ogni cambiamento dei principii fondamentali della costituzione: gettò in breve tempo radici tanto salde, che nessun partito ha più pensato seriamente di levarlo. Nelle elezioni del 1863 parteciparono il 73,9 per cento, nei plebisciti che fondarono la costituzione e l'impero dal 75 all'84 per cento della popolazione adulta maschile. Abili strumenti del governo, come Thuillier, cavarono da tali dati la conclusione: "l'impero è la più grande e più felice democrazia, che il mondo ha mai vista coronata dalla gloria e dalla libertà"; ma lo storico, invece, per l'appunto in cotesta enorme partecipazione del popolo discerne la prova dello sconfinato potere del dispotismo democratico.
      Nei tempi di transizione dal medio evo all'età moderna la storia della maggior parte degli stati ha visto "re della povera gente" i quali, sorretti dalle moltitudini, fiaccarono l'oltracotanza dei piccoli signori. Il dispotismo neofrancese era di un'altra specie. Questo aveva trovato il diritto pubblico già formato da un pezzo, e si sentì chiamato a spianare con gli accorgimenti positivi di un'autorità statale onnipotente l'enorme contesa d'interessi della moderna economia democratica. Si propose, come dice Napoleone III, di "appagare l'attività di questa società anelante, irrequieta, esigente, che attende tutto dal governo": il sistema, in altre parole, era un socialismo monarchico. Una volta Sainte-Beuve in senato compendiò molto giustamente il cómpito del socialisme autoritaire, di cui noi abbiamo già rintracciato i primi vestigi nei primi scritti di Luigi Bonaparte: "esso vuol prendere la parte buona delle idee socialistiche, per strapparla alla rivoluzione, e inserirla nell'ordine regolare della società". Non già semplicemente l'indifferenza alle questioni costituzionali propria di tutti i socialisti, bensì la coscienza dell'affinità elettiva condusse nel campo di Bonaparte molti, come i Bixio, i Chevalier, i Duveyrier, che un tempo stavano accosto accosto alle scuole dei socialisti.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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