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      Negli anni fiduciosi del suo dominio Napoleone III ha certamente creduto all'immutabilità delle idee fondamentali della sua nuova costituzione consolare e non ha sognato nemmeno un sistema parlamentare; poiché i più astiosi attacchi dei suoi vecchi scritti movevano precisamente contro cotesta forma statale, e anche quando fu sul trono non risparmiò il suo dispregio a coteste "singolari dottrine dei teorici, cotesto sistema supergeniale, coteste vuote astrazioni". In fine gli agenti dell'imperatore zelarono ad ostentare nei loro discorsi uno sprezzo sconfinato contro il parlamentarismo. Perciò Saint-Arnaud ardeva di sdegno contro la vecchia carreggiata fangosa sulla quale si cade miserabilmente, Baroche contro gli scrupoli pedanteschi dei giuristi costituzionali, Troplong contro il congegno impacciante e forviante della macchina parlamentare. Persigny e il principe Napoleone si rifacevano eternamente al vecchio articolo di fede del bonapartismo, che il sistema parlamentare è oligarchico, che è pernicioso al bene dei molti ed è lusinghiero solo per la vanità dei singoli. E il signor di Morny per l'appunto lamentò, pare impossibile, la sostanziale teatralità dei dibattiti parlamentari: bizzarro rimprovero sulla bocca del bonapartismo, che nelle arti del ciarlatanismo non ha mai trovato il suo maestro. Tale avversione, nata dall'istinto del dispotismo, venne cresciuta e pasciuta dall'inquietante ricordo degli Orléans. I quali erano pel secondo imperatore ciò che i Borboni erano stati pel primo: un oggetto di sollecitudine e di persecuzione incessanti.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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