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      Noi non rimproveriamo l'invocata confisca dei beni della Casa, perché chi conosce la storia del demanio francese non può negare che questo provvedimento, per quanto esoso possa parere, risponde pienamente alle tradizioni della corona. Ma le maligne allusioni e le fiancate a danno della monarchia di luglio, che ricorrono di continuo nei discorsi dell'imperatore, attestano l'implacabile rancore del carcerato di Ham. Quanto poco da principe fu il discorso del presidente nel castello di Amboise, allorché, rilasciando Abdelkader prigioniero, paragonò la sua propria magnanimità con la tapinità del caduto governo! Capitava, anzi, al livoroso uomo di smarrire il decoro, come pensava agli Orléans: quando annunziò il proprio fidanzamento alle alte corporazioni dello stato, non seppe inibirsi di motteggiare sulla piccola principessa mecklemburghese, di cui l'erede della corona di Luigi Filippo si era dovuto contentare. E quando il duca d'Aumale dispettò il principe Napoleone con la sua mordace lettera sulla storia di Francia, immediatamente fu ordinata la soppressione generale di tutti gli scritti della cacciata dinastia: ordinata dallo stesso príncipe, che un tempo nelle carceri della monarchia di luglio aveva goduto piena libertà di stampa.
      Di un tale astio contro il regno di Luigi Filippo fece testimonianza anche la costituzione dell'impero: nella quale le idee dei tempi parlamentari sono cancellate fino alle ultime vestigia, e di una rappresentanza popolare vi si può parlare solamente in senso figurato.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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