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      In Europa la Francia aveva la rappresentanza popolare più costosa: il bilancio delle due camere, che sotto Luigi Filippo ammontava a 2,2 milioni, salì nell'impero a 12 milioni. Questo andamento, che sembra essere sfuggito alla riflessione dei nostri tedeschi fanatici della dieta, risponde, come dice la legge, "ai fondamenti democratici della nostra costituzione", alimenta l'indolenza verso i doveri civili gratuiti, favorita conseguentemente dallo stato burocratico, e abbassa indubitabilmente l'autorità morale della rappresentanza popolare. L'ineleggibilità degl'impiegati parve una concessione al liberalismo, giacché non era a sperare da un impiegato napoleonico una condotta appena appena indipendente nel corpo legislativo; solo che in cotesto stato burocratico si veniva a sottrarre al parlamento, insieme con la burocrazia, anche la competenza tecnica: la grande maggioranza della camera era composta di dilettanti. Tuttavia il postulato più congruente della costituzione sul corpo legislativo era il prescritto, che la stampa dovesse pubblicare semplicemente un resoconto ufficiale dell'andamento delle sedute. In tal modo veniva effettivamente espresso senza equivoco il carattere segreto del parlamento e il volere del governo di non permettere mai il rafforzamento dell'assemblea. Il corpo legislativo approva o respinge i disegni di legge in blocco; quanto alle proposte di emendamenti "che tanto spesso turbano l'economia di una legge", ne è permessa la semplice consultazione nel caso che il consiglio di stato le abbia precedentemente dichiarate ammissibili.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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