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      Respinse con indignazione una istanza che perorava la presentazione delle petizioni anche al corpo legislativo, e nel 1865 proibì fuori del senato qualsiasi discussione che mirasse a mutamento o critica della costituzione. Si mostrò più tollerante verso l'alto. La voce di un solo senatore, quella del maresciallo Mac-Mahon, si levò avverso la legge di sicurezza del 1858. I decreti imperiali, che alteravano la costituzione, furono sempre accettati con contrizione dal custode del patto fondamentale, ma sollecitamente, senza proteste. Del suo diritto d'iniziativa, per quanto è a nostra notizia, il senato ha fatto uso soltanto due volte: quando stese una relazione sui trovatelli e quando discusse il primo libro di un code rural. Tale modestia rispondeva ai buoni costumi burocratici dello stato, ed ebbe anche il suo premio: secondo la costituzione il capo dello stato aveva facoltà di guiderdonare della loro buona condotta i singoli senatori; e pochi anni dopo tutti i senatori vennero stipendiati.
      I prodotti parlamentari del bonapartismo erano con calcolo prudente diretti a questo: che non dovessero mai costituire una forza. Donde la ferrea conseguenza che l'edifizio statale era puramente un'apparenza. La profonda contraddizione intima, che già da due generazioni compenetrava lo stato francese, non fu risoluta in alcun modo nemmeno dall'impero. Se l'avidità e l'ambizione nazionale dei francesi favorivano il dispotismo, nulladimeno anche durante quel tempo di stanchezza sopravvissero in questo popolo altamente dotato molte forze ideali, intese a forme più libere di stato.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





Mac-Mahon