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      Quale abisso di dissolutezza blasfematrice si aprì a Liegi, quando nel congresso degli studenti il leone del Quartiere latino fece udire il suo ruggito! E qual furore frenetico e bavoso nei fogli volanti di quella letteratura profuga, che empiva le vetrine dei librai di Ginevra e di Bruxelles! I pamphlets dei rossi sulla moglie di Cesare testimoniavano l'antica e torva affinità tra la sete di sangue e la lussuria. Le minacce dei Boichot e dei Pyat contro il Soulouque bianco, che una volta bisognava pure decidersi a rinchiudere in una gabbia accanto alle belve nel Jardin des Plantes, gl'immondi vituperii dei profughi contro la regina d'Inghilterra quale alleata di Napoleone, tutto ciò mostrava la pertinacia in nulla allentata del tradizionale atroce odio di partito, che di necessità impediva la franca riconciliazione delle persone assennate. Dovunque guardiamo, non scorgiamo mai in nessun luogo uno scopo conseguibile, in nessun luogo nemmeno un nuovo ideale falso, che fosse propugnato da un partito potente e conscio. Dovunque una cupa e confusa inquietudine, che permetteva ai più tristi duellatori, a un Rogeard e a un Rochefort, di rappresentare una parte, anche se non sapessero scrivere meglio che perversamente e impudentemente.
      Si raccolse a poco a poco sotto la guida dell'Ollivier un nuovo partito del centro, liberale insieme e dinastico, il tiers parti: chi però conosceva l'agile chiacchieratore, dubitava seriamente, se era a cercare proprio lì la forza morale, che avrebbe ringiovanito uno stato ammalazzato.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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