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      Solo dopo la battaglia di Königgrätz l'imperatore si vide costretto a una seconda riforma decisiva. Il 19 gennaio 1867 scrisse a Rouher quella lettera teatrale, che annunziava solennemente il "coronamento dell'edifizio". La discussione delle adresses venne, per desiderio di Morny moribondo, sostituita dal diritto d'interpellanza. Ma anche questa savia riforma ancora una volta svelava semplicemente l'assurdità del sistema. Il ministro di stato, che dopo il decreto del novembre aveva parlato pei suoi silenti colleghi come un difensore platonico, adesso in verità era il capo del ministero. Il viceimperatore Rouher rappresentava la politica del governo all'ingrande, ogni ministro difendeva, in forza di uno speciale incarico, l'amministrazione del proprio ministero. Da ciò sorse inevitabilmente la necessità di una politica comune del ministero, affinché non si rinnovassero anche più spiacevolmente i casi, già troppe volte avvenuti, di stridente contraddizione tra i vari ministri. Per giunta, lo stesso despota democratico responsabile doveva costantemente respingere ogni solidarietà tra i ministri. Di più: quanto maggiormente i dibattiti prendevano sostanza di contenuto e di vita, altrettanto risultava sensibile, che la finzione costituzionale dell'infallibilità del re non è altro, che una circonlocuzione dell'idea "dominio della legge". Siccome non è concepibile in un parlamento l'appello alla ribellione, dovevano dunque esservi funzionari responsabili che rispondessero a ogni pubblica lagnanza.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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