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      E le stesse lotte pel decentramento combattute dal Temps, se vedevano un ideale nella sbocconcellatura degli staterelli tedeschi, non riuscivano, con siffatte aberrazioni, che a rafforzare la presunzione della burocrazia. Laboulaye anzi desiderava l'abolizione della giustizia amministrativa, laddove questa costituisce invece un organo indispensabile per tutti gli stati di terraferma, e la sua magnifica perfezione tecnica è una gloria della Francia. Quando poi per assicurare l'indipendenza ai giudici voleva precludere loro l'avanzamento, egli disconosceva onninamente l'essenza di una società democratica.
      Un sobrio esame genera il criterio, che l'autonomia amministrativa in Francia non fosse in grado di alzare che pretese assai modeste. L'accentramento è cresciuto insieme con l'intima sostanza di questa nazionalità. Solamente la prepotenza della capitale ha reso possibile ai francesi di sostenere, con modiche energie spirituali di lavoro, una posizione onorevole nell'incivilimento dell'Europa; oggigiorno, dopo che le colpe della Comune di Parigi hanno quasi spezzato l'influenza dominante della capitale, sembra inevitabile un abbassamento profondo della cultura, se non pure una ricaduta nella barbarie. Una burocrazia stipendiata con a latere i consigli eletti: questa era e sarebbe rimasta a lungo la forma nazionale dell'amministrazione. Si sarebbe potuto trattare, evidentemente, solo di estendere le attribuzioni di questi consigli, e in seguito di attenere finalmente l'antica promessa dei liberali e, oltre il ricorso al consiglio di stato, aprire ai cittadini anche la via giudiziaria avverso l'arbitrio dei funzionari.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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