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      Ma come fu tremendamente alimentata la foia del gioco, come fu minacciata la solidità del benessere dalla enorme diffusione di tali cartelle, che altalenavano affannosamente nei conflitti della borsa senza mai posa! Non ostante la grande diligenza, il francese ha poca gioia del lavoro: produce indefessamente durante venti anni, per poi apparecchiarsi prematuramente un comodo autunno della vita. La democratizzazione della rendita fondava su questa debolezza nazionale, come aveva fatto, prima della Rivoluzione, l'introduzione del costume antieconomico delle tontine. Il numero dei petits rentiers, che a quaranta o cinquant'anni incrociano le braccia, crebbe considerevolmente sotto l'imperatore; e il bonapartismo trovò appunto in quella cerchia una folla fitta di partigiani zelanti, chauvinistes appaltoni. Esaminando ancora una volta cotesto multiforme armamentario della tirannide democratica, siamo indotti a convenire, che un così immediato legame dei bassi ceti con la persona del capo dello stato si ebbe tutt'al più sotto il dominio degl'imperatori romani, ma nella storia moderna non era esistito mai.
      Uno dei più importanti tra quegli energici espedienti socialistici intesi a domare insieme e ad accontentare i lavoratori, fu il famoso riassetto delle città. L'imperatore volle porsi in grado di buttar giù con la mitraglia ogni turbolenza piazzaiuola; e, se si propose di prevenire il ritorno di sorprese tanto sciagurate quale la rivoluzione di febbraio, adempì puramente al suo dovere monarchico.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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