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      L'ampia via di Rivoli collegò le Tuileries col palazzo di città, centro antico delle sommosse; il boulevard di Sebastopoli fu gettato tra la via Saint-Martin e la via Saint-Denys, già teatro di tante lotte sotto il regime borghese. L'asfalto, con cui i boulevards furono pavimentati, portò via agli eroi delle barricate i consueti materiali di costruzione. Il palazzo imperiale formò in uno col Louvre una piccola fortezza, che era possibile sbarrare subitamente coi massicci cancelli della piazza del Carosello. Ampi cammini sotterranei pel decorso dei rifiuti, servivano anche, nel caso, a preparare un inaspettato arrivo di truppe sui punti minacciati. Salde caserme in tutte le posizioni strategiche importanti; squares verdi nei nodi stradali, ameni agli occhi e ai polmoni, ma anche agevoli ad abbarrarsi allo scoppio della battaglia nelle strade. In una parola, l'impero parve abbastanza assicurato da un rude colpo di mano. Quando una volta fu squarciato a colpi di mitraglia un quartiere operaio in rivolta, l'imperatore rifiutò con commoventi parole il nome di Boulevard de la reine Hortense proposto per la nuova strada, e scelse quello di un operaio, Richard Lenoir, salito alla ricchezza col proprio lavoro; volendo così attestare la propria alta estimazione alla nobiltà del lavoro e, nello stesso tempo, ricordare agli operai che l'impero sapeva adoperare tanto la frusta che il bericuocolo.
      Lo stato non si propose di provvedere puramente alla sicurezza, ma anche alla bellezza e alla sanità delle città e alla facilitazione delle vie di traffico.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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