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      Il nuovo diritto di sciopero fu abusato fino ai più rozzi e insensati scioperamenti. Una volta, prima delle elezioni comunali a Marsiglia, i giornali ufficiosi minacciarono, che se le elezioni fossero riuscite contrarie al governo, si sarebbero sospese le costruzioni pubbliche della città, che occupavano circa 50.000 operai: ma fu una minaccia che poi naturalmente non si ebbe il coraggio di effettuare. Ciò non ostante, gli operai votarono per l'opposizione, e non già perché amassero i retori del partito in parlamento, ma perché il governo, per quanto avesse fatto per loro, non aveva mai fatto abbastanza. A farla breve, nemmeno alle arti magiche del socialismo monarchico era riuscito di riconciliare il lavoro col capitale.
      A tutta prima, la preferenza data ai lavoratori delle città sulle popolazioni delle campagne sembra enimmatica, perché l'imperatore ai ceti agricoli doveva il trono. Sovente egli si qualificava, con orgoglio imperatore contadino; e assicurava spesso che, più giusto della monarchia di luglio, intendeva di compiere l'elevazione dell'agricoltura prima della riforma della politica commerciale. Dichiarò il miglioramento dell'agricoltura più importante della trasformazione edilizia delle città, ed esigé dai prefetti, che alla coltura delle terre "rifacessero il debito posto tra i grandi interessi del paese"; per cui i ministri, poiché notoriamente ogni ordine imperiale veniva eseguito, affidarono che gl'illuminati intendimenti di Sua Maestà erano da tempo effettuati, e che l'agronomia non era mai stata tanto popolare e stimata come al presente.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





Marsiglia Sua Maestà