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      L'impero divorò in media 800 milioni all'anno più del regno di luglio. L'amministrazione del debito consolidato aveva a pagare, nella primavera del 1870, 364 milioni di rendite annue; dei quali 54 milioni risalivano alla repubblica, 133 milioni erano sopraggiunti sotto l'impero. Cosicché il debito si era raddoppiato in 22 anni, e proprio in quelli in cui il suolo francese non era stato mai calcato da soldato straniero. Inoltre era stato preso a prestito tra comuni e dipartimenti un capitale di 2 miliardi; e il debito fluttuante dello stato raggiunse in fine la vertiginosa altezza di 923 milioni. L'avventatezza di una finanza siffatta è palmare. Nello stesso tempo, però, il movimento ferroviario crebbe di dodici volte, il numero delle locomotive salì da 7779 a 25.027, le miniere di carbon fossile diedero un prodotto di 11 milioni di tonnellate nel 1864, vale a dire considerevolmente più dell'intera produzione europea di carbon fossile calcolata da Villefosse pel 1808; e dopo che gli ultimi prestiti della terza repubblica, non ostante le perturbazioni guerresche tanto gravi, hanno pure condotto a un risultato così cospicuo, è lecito tuttavia affermare, che il benessere del popolo sotto Napoleone III è proceduto a ogni modo di pari passo con lo sbalzo violento del bilancio.
      Ma in che cosa dunque furono impiegate quelle somme colossali? Sopra abbiamo visto, che dei capitali usati nei lavori pubblici una parte, e non più che una parte, può tenersi produttiva. Il politico deve considerare come produttivi anche i 1348 milioni inghiottiti dalla guerra di Crimea, e le spese della guerra d'Italia: la scuola di Manchester ci perdonerà una tale eresia.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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