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      In questi problemi, come in quelli economici, egli sovrastava di gran lunga all'opinione media della nazione: voleva la scuola obbligatoria come in Prussia, ma fra tutti i suoi uomini di stato solo Duruy osò appoggiare una siffatta idea ereticale. Dalla coscrizione del 1857 risultò che un buon terzo dei coscritti non sapevano leggere: solo in 11 dipartimenti, appartenenti la più parte alle provincie orientali mezzo tedesche, il numero dei cresciuti completamente senza scuola scendeva tra il 2 e il 6 per cento: in quasi tutti gli altri saliva di gran lunga più alto, e in alcune plaghe dell'interno e della Bretagna arrivava fino al 58 e al 65 per cento. Risultamenti di tal fatta indussero lo stato a far sorgere scuole da per ogni dove nel paese, o per mezzo di premi o per assunzione diretta; e già nell'inverno del 1865-66 30.000 maestri impartivano l'istruzione a 600.000 adulti. Le conférences o libere letture scientifiche, già proibite a Parigi per la concorrenza all'università, ora negli ultimi anni dell'impero goderono del favore ufficiale e di un folto concorso; inoltre i professori dei collèges erano comandati a tenere lezioni nelle vicine città di provincia. Furono fondate in seguito scuole tecniche, che dovevano fare per le scienze esatte ciò che i licei per la cultura classica. Sorsero così quelle biblioteche popolari che i comuni alsaziani curarono con benemerita sollecitudine. Ferveva dovunque un'attività supremamente meritoria che, spronata dall'energia francese, condusse già nelle ultime coscrizioni a risultati soddisfacenti, e accennava a promesse di frutti più copiosi per l'avvenire.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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