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      Quando principiarono le complicazioni orientali, e i popi fanatici infiammavano i russi ortodossi alla guerra contro la Mezzaluna, i preti francesi celebrarono la lotta della Chiesa cattolica contro gli scismatici moscoviti, e un reggimento di corazzieri sfilò per Lione e salì al santuario montano di Notre Dame de Fourvières per portare nella guerra santa la benedizione della Chiesa.
      Anche la disposizione delle classi abbienti, come il favore del governo, offrì il terreno propizio alla potenza della Chiesa. L'indifferenza religiosa dei francesi fece il dominio degli ultramontani. Quella serietà della coscienza protestante, che conquista e rivive le verità della fede con gravi prove e con tragedie dell'anima, trovò ben di rado dimora in cotesta educazione mondana. Pei più la religione valeva soltanto come un fattore nel calcolo politico, e un cambiamento di religione per ragion di coscienza era riguardato come una pazzia. La nobiltà incredula dei Borboni era stata ricondotta unicamente dalle esperienze politiche della Rivoluzione nel seno della Chiesa unica beatificatrice. La borghesia dalle angosce dei giorni di febbraio e dal furibondo odio antireligioso dei radicali attinse la persuasione politica, che la Chiesa fosse indispensabile alla pace sociale. Singole anime più profonde poterono realmente restituirsi in quei giorni di turbine alla fede antica; ma la gran maggioranza dei borghesi colti entro la cerchia fidata non faceva mistero, che si rispettasse la Chiesa per le mogli e i figli, e principalmente per le moltitudini e per la pace sociale.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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