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      Perfino il sostenitore del rischiaramento pacifico, Duruy, nella sua introduzione alla storia francese ribatte con passionata indignazione su "quell'enorme lacuna nei nostri confini", che si stende da Lauterburg a Dunkerque. Per lui la lingua tedesca in Alsazia è semplicemente un rozzo dialetto illegittimo; e gli alsaziani devono unicamente alla personale equanimità dell'imperatore, se la loro parlata non è sparita interamente dalle scuole.
      Le spettacolose parate militari dell'impero erano eseguite con una teatralità vanagloriosa, con una crudezza di sentimento, che ricordava l'antica Roma. Quando le truppe di ritorno da Sebastopoli sfilarono davanti alla colonna Vendôme, ogni reggimento era preceduto dalle suore di carità e dalle figure squallide dei feriti; e i soldati erano tutti nella divisa da campo sporca e in brandelli, affinché ai cittadini blasés della capitale apparisse bene avvistata la selvaggia maestà della guerra, la gloria di fare il soldato. Anche il vestito da funambolo degli zuavi e dei turcos era diretto più a eccitare la curiosità dei parigini che a incutere spavento ai nemici. L'impero fu sollecito del sentimento dinastico nell'esercito con miglior successo che non la monarchia di luglio. I pochi ufficiali liberali, che un tempo si aggruppavano intorno ai generali africani, furono prestamente rimossi o convertiti. Una guardia del corpo di 50.000 uomini, ben addestrati e meglio pagati, portava l'uniforme dell'antica Guardia imperiale, e viveva e sfolgorava dei ricordi napoleonici: il principe imperiale faceva gli esercizi tra le fila dei figli della Guardia.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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