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      Si cercò di sopperire, dando alla meglio a una parte dei coscritti una istruzione accelerata. Capitò allora la guerra del Messico, che impose gravi sacrifizi imprevisti: nel paese la forza effettiva delle truppe era molto ridotta, e negletti i magazzini e gli armamenti; e quando in mezzo a un siffatto scompiglio rimbombò l'eco formidabile di Königgrätz e tutti gli occhi si volsero all'esercito, allora il governo dové pure capire l'assurdità della sua politica militare. Subito si buttò sulla via opposta, e arrischiò la proposta del servizio generale obbligatorio.
      Perché mai in un paese in cui l'eguaglianza è deificata e domina il quarto stato, cotesta idea si abbatté in una opposizione furente? Mutare la costituzione dell'esercito vuol dire trasformare la costituzione dello stato. Il servizio militare generale obbligatorio è impossibile in una società burocratica; basta la sua rigogliosa esistenza a provare quanto siano radicati in Prussia i pubblici costumi dell'autonomia amministrativa. Non soltanto il ricco aborriva in Francia la prestazione personale del servizio militare allo stato; i lavoratori altresì, i leali contadini diventarono riottosi e ribelli, quando corse per le terre il grido: il n'y aura plus de bons numéros! Nessuno voleva rinunziare alla speranza, che la fortuna del sorteggio lo dispensasse dal suo dovere civile. Il servizio generale obbligatorio è inattuabile senza corpi di armata provinciali: diventa di una durezza intollerabile, quando costringe le persone colte a servire, anche in tempo di pace, lontano dal proprio paese, in reggimenti nomadi.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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