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      Come l'aspirazione gli fu respinta, conchiuse alla lesta un matrimonio impari, e dichiarò pateticamente: "io porto con orgoglio il glorioso titolo di risalito". Gli si sarebbe presto offerta l'opportunità di rendere la pariglia alla più burbanzosa delle dinastie legittime. Noi oggigiorno dobbiamo tenere come indubbio, che lo czar Nicola non intendeva disporre del dominio turco da conquistatore, ma aspirava al protettorato sulla intera Chiesa ortodossa o, con l'espressione caratteristica del suo gabinetto, sul culto greco-russo. Il che voleva dire fondare la sovranità della Russia sui rajahs, decidere la questione orientale a favore della Russia. Anche chi non s'inchina alle idee di Davide Urquhart, deve però oggigiorno gratamente riconoscere con quale acume e sicurezza Napoleone III seppe penetrare, prima dell'Inghilterra, la versuzia dei disegni russi. La corte di Parigi in principio era ben lontana da un tracotante vezzo di guerra; e durante la lotta l'imperatore serbò una misura, che costrinse al riconoscimento perfino un Guizot. Nella contesa pei Luoghi Santi, egli prima, per lusingare gli ultramontani, si fece innanzi in modo abbastanza provocante, poi d'un tratto svoltò, subodorando, che lo stato turco infermo avrebbe potuto a stento tollerare ancora un'altra scossa guerresca. E quando lo czar, con l'abituale alterigia verso l'opinione pubblica, smascherò senza ritegno le mire della sua ambizione, allora finalmente si capì alle Tuileries, che era venuto il tempo non solo di tenere in piedi la Turchia, ma di fiaccare la prepotenza della Russia.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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