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      Quando poi il radicalismo imprese contro Roma un'immatura spedizione di conquista e il gabinetto di Firenze venne meno al dovere del patto, allora alla corte delle Tuileries il partito spagnuolo rialzò il capo, e il sommo sacerdote della religione dell'amore fece fucilare in massa la sua greggia dagli chassepots. A un tale spettacolo ribollì fieramente ogni cuore protestante e di nuovo si persuase dell'indicibile viltà di ogni teocrazia. Ma la colpa di quella atrocità non toccava solamente all'imperatore. Se pel vincitore di Solferino era funesto combattere gl'italiani, pure era impossibile all'imperatore dei francesi tollerare in silenzio l'infrazione aperta di un trattato conchiuso con la Francia. La ragione estrema di questa posizione insostenibile era riposta nelle condizioni interne dell'impero: nella lega con gli ultramontani, che una volta annodata non si poteva più sciogliere, e, altrettanto più, nell'invidioso puntiglio di predominio del popolo francese. I francesi salutarono la giornata di Mentana con una gioia schernitrice, che torna a loro ignominia. L'infame giubilo: les chassepots ont fait merveille, ripercoteva del resto sui tedeschi anche più che sugl'italiani. Giacché l'odio alla Germania attutiva ormai ogni altro sentimento: la Francia gongolava che la sua nuova arme fatata superasse il fucile ad ago dei tedeschi.
      Così la politica italiana del bonapartismo, splendidamente incominciata, periva miserabilmente. Il liberatore della Lombardia era riguardato come il nemico mortale degl'italiani, e questa volta ben a ragione; perché la sua guarnigione a Roma era il cuneo di ferro che spaccava in due il giovine regno.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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