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      Quale prospetto! la Germania castrata al Reno, gli stati centrali dominati dalla Francia e, per soprammercato, rimbastiti in una federazione di lustra con la Prussia e l'Austria! Come dovevano sentirsi sicuri alle Tuileries, quando erano cordialmente affidati da orecchio a orecchio tutti cotesti segreti del cuore! Frattanto il segreto frugacchiare e ribruscolare della diplomazia francese, e l'ombrosa furbizia delle Tuileries avevano incontrato la maestra nell'energia della Prussia. Il conte Bismarck aveva saputo con le sue impareggiabili "trattative dilatorie", traccheggiare la corte napoleonica fino all'inizio della guerra. Il nostro stato maggiore era a giorno delle conseguenze dell'impresa messicana: a Berlino era noto il trasandamento dei magazzini militari francesi. Si sapeva, che la Francia non era punto al caso, come domandava lo squarciavento Girardin, di pronunziare davanti alla guerra un il faut en finir, e che in ogni modo non poteva scendere in campo prima di varie settimane di armamenti. Ciò bastava, giacché il gabinetto prussiano contava su un successo rapido, travolgente; senza pensiero sulla sicurezza del territorio renano, sarebbe intrapresa la marcia ardita su Vienna.
      Subito dopo la battaglia di Königgrätz la Francia si fece avanti con un tentativo di mediazione a cui, di botto, in modo abbastanza sconveniente, fu data pubblicità. Parigi andò in gongolo, quando la casa disperata di Lorena cedé a Napoleone III i suoi dominii italiani: il popolo francese ritornava a rappresentare la sua parte di pacificateur naturel de l'Europe.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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