Pagina (51/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Sebbene osservazioni analoghe non si possano ripetere per tutti i grandi scienziati (basti citare il caso di Galileo), tuttavia è lecito affermare che, allo stesso modo come l’applicazione sistematica del metodo deduttivo alla geometria, iniziata probabilmente dai pitagorici, precedette di qualche secolo la costruzione della teoria del sillogismo per opera di Aristotele, così anche le speculazioni teoriche sui metodi moderni di ricerca non riuscirono a trovare un’esposizione indipendente ed adeguata che molto tempo dopo le prime e più decisive conquiste alle quali essi portarono. Ciò non deve naturalmente dar luogo ad alcuna presunzione sfavorevole sul valore teorico o pratico delle ricerche generali sui metodi scientifici. Tali presunzioni sarebbero tanto ingiustificate quanto quelle di chi ponesse in dubbio l’importanza e l’utilità delle speculazioni d’Archimede sulla leva, per il fatto che l’uso di questa come strumento e l’acquisto delle conoscenze necessarie per servirsene hanno preceduto di chi sa quanti secoli le ricerche di Archimede sull’equilibrio dei piani, e non costituiscono neppure una proprietà esclusiva della specie umana. Se alcuno avesse domandato a Galileo o a Newton di redigere in uno schema generale e coerente le norme che essi avevano, consciamente o istintivamente, seguite nel procedere alle loro indagini, essi avrebbero probabilmente data una risposta simile a quella che raccontano abbia dato Fraunhofer a chi gli domandava spiegazioni sul modo di agire d’un nuovo obbiettivo da lui costruito per un suo cannocchiale: «Io l’ho costruito non perché lo si guardi, ma perché si guardino attraverso ad esso delle altre cose».


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





Galileo Aristotele Archimede Archimede Galileo Newton Fraunhofer