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      Ecco le parole di Sesto Empirico, nel suo capitolo contro la logica di Aristotele:
      «Quelli che dicono: Ogni uomo è mortale - Socrate è un uomo - Dunque Socrate è mortale, allo scopo di provare questa ultima proposizione per mezzo della prima, mentre pure ammettono che qualunque certezza la prima possa avere non può derivare che da una induzione da casi particolari del genere di quello che si afferma nella conclusione, ragionano in un circolo vizioso (eis ton di allelon empiptousin). Infatti, se prima di enunciare la proposizione generale: Ogni uomo è mortale, non si fosse già convinti della verità di tutte le proposizioni particolari che questa comprende in sé, non si avrebbe neppure avuto ragione di ammetterla per vera». Dal che egli conchiude che nessun sillogismo o serie di sillogismi potrà mai esser atto a farci conoscere qualche cosa, oltre ciò che noi conoscevamo già prima, e che la deduzione, lungi dall’essere la forma tipica e più corretta di ragionamento, non è che un artificio sofistico per mascherare agli occhi nostri od altrui la nostra propria ignoranza, e per far passare come prove delle nostre opinioni le nostre opinioni stesse espresse sotto altra forma.
      La posizione assunta dallo Stuart Mill di fronte a questa obbiezione si può brevemente caratterizzare come segue. Egli l’ammette anzitutto come completamente fondata e irrepugnabile pei sillogismi del tipo di quello sopra citato, per quelli, cioè, nei quali una delle premesse è costituita dall’enunciazione d’una legge o proposizione generale, mentre l’altra premessa afferma che, in un caso assegnato, si verificano le condizioni che rendono tale legge applicabile.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





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