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      La quale conclusione dà immediatamente la regola per determinare la lunghezza del pendolo semplice, le cui oscillazioni siano isocrone a quelle del dato pendolo composto.
      È chiaro che, in questo sillogismo e negli altri del medesimo tipo, la conclusione a cui si giunge, lungi dal poter dirsi già conosciuta e ammessa, quando siano conosciute le premesse, non è neppur suscettibile, dato anche che fosse già nota anteriormente per diretta esperienza, di poter esser citata in appoggio o servir di verifica dell’una o dell’altra delle premesse medesime, prima che l’operazione mentale, rappresentata dal sillogismo che le collega, sia stata eseguita sotto una forma o sotto un’altra.
      E in generale, ogni qualvolta noi giungiamo ad accertarci che un dato fenomeno A è costantemente connesso con un altro B, non giovandoci di una generalizzazione basata direttamente sull’esame dei fatti nei quali constatiamo la connessione tra i detti due fenomeni, ma giovandoci invece della nostra anteriore conoscenza di una connessione tra A e un terzo fenomeno C, e inoltre di una connessione tra C e B, il sillogismo che rappresenta questa operazione della mente dà luogo in realtà a un avanzamento delle nostre cognizioni. È infatti solo dopo che la connessione tra A e B è stata così rintracciata, per mezzo della connessione di ciascuno di essi con C, che noi riusciamo a vedere, nei fatti nei quali essa si verifica, dei semplici casi speciali da classificare insieme a quelli nei quali si verificano le connessioni affermate nelle due premesse.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483