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      Anche lo Helmholtz vi dedica qualche osservazione in una sua memoria (Zahlen und Messen) alla quale rimandiamo chi si interessa di questo argomento.
     
      Da quanto ho detto sin qui si vede anche come possa avvenire che la scoperta di nuove leggi, relative a una data classe di fenomeni, renda lo studio di questi più accessibile all’impiego del metodo deduttivo di quanto prima non fosse. Così, per citare un esempio, nella chimica la scoperta della legge delle proporzioni definite, rendendo possibile prevedere le proporzioni in cui possono combinarsi due date sostanze quando si conoscano le proporzioni in cui ciascuna di esse può entrare in combinazione con una terza, ha per ciò solo aperto un adito al ragionamento per deduzione, modificando in parte la struttura della scienza, senza del resto farle perdere il carattere predominantemente induttivo che essa conserva tuttora.
      Tra le scoperte che hanno contribuito e contribuiscono più efficacemente ad allargare la sfera d’applicazione della deduzione, vanno poste quelle che consistono nel riconoscere come, nella produzione di fenomeni di una data classe, all’azione di più cause agenti insieme si possa, senz’alterare l’effetto, sostituire l’azione d’una sola causa o d’un numero minore di cause, purché queste siano collegate colle prime da una determinata relazione fissa; come avviene, per esempio, di più forze agenti su un punto, il cui effetto complessivo, in conformità alle leggi scoperte da Galileo, non cambia se ad esse ne viene sostituita una sola, ottenibile da quelle con una semplice costruzione geometrica, che è sempre la stessa e si eseguisce sui segmenti che le rappresentano in direzione e intensità. La statica ci presenta più di un esempio caratteristico dell’influenza di scoperte di questo genere sulla costituzione di nuove teorie a tipo deduttivo.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





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