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      Platone si sarebbe probabilmente espresso diversamente, se egli, oltre a quelli forniti dalla geometria e dall’astronomia, avesse avuto davanti agli occhi gli altri esempi di questo procedimento di idealizzazione semplificatrice che costituisce un preliminare indispensabile di qualunque applicazione della deduzione allo studio dei fenomeni naturali. Così, per esempio, gli sarebbe certamente ripugnato di vedere un modello ideale dell’uomo reale in quel tipo astratto di homo œconomicus, come è stato chiamato, che a tale identico scopo è stato foggiato da Adamo Smith nel procedere alle sue investigazioni sulle leggi di produzione e di distribuzione della ricchezza. Nello stesso senso del resto in cui i fisici designano col nome di fluidi perfetti o di gas ideali quelli che essi si figurano dotati di proprietà opportunamente scelte per poter studiare, deduttivamente e coll’aiuto del calcolo, il loro modo di comportarsi, potrebbero bene anche gli economisti qualificare col nome di uomo perfetto o ideale (indipendentemente, s’intende, da ogni apprezzamento morale) quel tipo di uomo egoista e indifferente a ogni desiderio che non sia quello di guadagnare quanto più può e lavorare il meno possibile, che essi hanno foggiato per porlo a base dei loro ragionamenti, e che ad essi ha servito così bene per rintracciare, col sussidio della deduzione, alcune delle più importanti leggi dell’economia sociale sconosciute agli antichi, tra le quali basti citare ad esempio la teoria della rendita di Ricardo, le sue scoperte sull’incidenza dei tributi, e la sua analisi delle cause determinatrici degli scambi internazionali.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





Adamo Smith Ricardo