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      Così, per esempio, l’invenzione delle armi da fuoco, mettendo a portata degli osservatori nuovi fatti nei quali le due principali circostanze determinatrici della traiettoria d’un grave lanciato si sottraevano più energicamente alle influenze perturbatrici delle rimanenti, ha contribuito assai più di quanto non si creda alla scoperta delle leggi fondamentali del movimento, di quelle leggi che hanno reso possibile la costituzione della dinamica come scienza deduttiva per opera di Galileo, di Huyghens e di Newton. Gli assedi e le guerre, che funestarono il nostro paese durante il secolo che separa la nascita di Leonardo da quella di Galileo, funzionarono a questo riguardo da veri laboratori di meccanica sperimentale. Basta del resto leggere anche solo il primo capitolo dell’opera di Newton sul sistema del mondo (Liber de Systemate Mundi), nella quale egli riassume le considerazioni attraverso le quali giunse alla scoperta della legge dell’attrazione universale, per persuadersi come, al posto del pomo leggendario a cui la tradizione assegna l’onore immeritato di averlo guidato a sospettare la vera causa del moto della luna, sarebbe assai più conforme alla verità storica far figurare una palla da cannone.
     
      Un’ultima osservazione voglio aggiungere che si riconnette a quanto ho detto indietro sull’utilità delle idealizzazioni semplificatrici nello studio dei fenomeni complicati e alla cui produzione concorrano cause numerose ed eterogenee.
      La facilità colla quale tali semplificazioni si prestano a portare a nuove conclusioni, per mezzo di pure operazioni mentali e indipendentemente da qualunque esame diretto dei fatti concreti ai quali esse si riferiscono, e l’assoluta inutilità di qualunque appello a questi per garantire la correttezza delle deduzioni stesse, ci induce talvolta a perdere di vista la necessità di far precedere l’applicazione dei risultati ottenuti a casi reali dalle ricerche che si richiedono per constatare se, per questi, sono veramente presenti le condizioni che la teoria suppone, se per essi, cioè, è poi effettivamente trascurabile l’influenza di tutte le cause delle quali la teoria non ha tenuto conto.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





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