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      Nella stessa direzione agisce pure, a quanto mi sembra, il sempre maggior incremento che vanno prendendo gli studi relativi alla storia delle scienze e della cultura, dai quali risulta sempre più evidente la stretta connessione psicologica e genealogica tra le credenze in cui consistette la scienza dei tempi passati e le credenze in cui consiste la scienza del nostro tempo.
      Noi diventiamo sempre maggiormente consci della sopravvivenza in noi delle stesse cause e delle stesse tendenze mentali che hanno condotto in altri tempi all’accettazione di opinioni che noi ora riputiamo puerili o strane, e andiamo sempre più riconoscendo l’azione di queste stesse tendenze nella formazione delle idee nostre e di quelle che dominano intorno a noi.
      Il qualificare i sistemi filosofici e le imperfette costruzioni scientifiche dei secoli trascorsi come delle aberrazioni intellettuali, come mostruosità o scherzi di natura, sarebbe ora tanto ridicolo come se un geologo prendesse sul serio l’idea espressa da Voltaire, che le tracce di conchiglie che si riscontrano in alcune rocce alpine siano dovute al passaggio dei pellegrini che tornavano dal viaggio di Terrasanta.
      A completare l’enumerazione delle circostanze che cospirano a far ridonare alla cultura storica e filosofica una più larga parte nella educazione intellettuale dei giovani che si dedicano allo studio delle scienze dovrei ancora citare l’impulso che è stato dato, in questi anni, alle ricerche sulle facoltà mentali dall’istituzione dei laboratori di psicologia sperimentale, tanto fiorenti nelle università americane, e, last not least, il recente sviluppo della logica matematica.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





Voltaire Terrasanta