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      Solo applicando i risultati di quest’analisi al problema posto si potrà riuscire a separare con sicurezza al suo interno le parti solubili e quelle insolubili, gli interrogativi a cui vale la pena di cercare di rispondere e quelli che non possono ammettere alcun tipo di risposta; e si potrà in seguito procedere a ricerche speciali perfettamente determinate e capaci di condurre a conclusioni di un certo valore pratico.
     
      IV
     
      Relativamente a questo aspetto, per cosi dire, pregiudiziale del problema, mi è di non poco vantaggio il poter fondare le considerazioni che seguono sulle vedute generali recentemente esposte da Durand (de Gros) in un’opera magistrale sulla natura e i fini delle classificazioni scientifiche.(67) Le sue ricerche, ispirate soprattutto dal desiderio di precisare e approfondire il concetto di classificazione naturale che ha avuto tanta importanza nello sviluppo delle scienze biologiche, hanno portato Durand (de Gros) a stabilire delle distinzioni fondamentali tra i diversi tipi di classificazione, caratterizzati dai differenti criteri che vengono impiegati in ciascuno di essi per determinare il posto e il modo di composizione dei gruppi di oggetti da classificare.
      Vengono presentate in primo luogo quelle che egli definisce «classificazioni per ordine di generalità», in cui gli oggetti sono distribuiti successivamente in gruppi determinati a seconda che possiedano o no certi caratteri di somiglianza o delle proprietà comuni. Le classificazioni di questo tipo, le sole, si può dire, che siano state prese in qualche considerazione dalla logica tradizionale, sono caratterizzate dal fatto che a ciascun oggetto classificato si possono applicare tante denominazioni diverse, sempre più generali, quante sono le operazioni successive di suddivisione necessarie ad ottenere la più piccola delle classi che lo contengono; denominazioni che, applicate ad un oggetto, servono ad indicare certe proprietà o caratteri che esso ha in comune con gli altri oggetti a cui si applica la stessa denominazione.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





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