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      In tal modo, pur osservando che la gerarchia da lui stabilita tra le scienze corrisponde nello stesso tempo all’ordine del loro sviluppo storico e alla «generalità decrescente» delle proprietà e delle leggi che esse studiano, Comte si impegna a far risultare che, se questi due criteri finiscono col giustificare la stessa classificazione in serie, tale fatto è ben lungi dall’esser dovuto a una semplice coincidenza accidentale. Ciò si verifica, a suo parere, perché, quanto più i fenomeni studiati da una scienza corrispondono a proprietà generali possedute in comune dagli oggetti più eterogenei,(68) tanto più le leggi e le uniformità che vi si riferiscono, poiché si ritrovano in un settore più ampio della nostra esperienza, si offrono spontaneamente all’osservazione e possono essere riconosciute e notate prima delle altre che sono maggiormente nascoste e meno frequentemente verificabili.
      Conformemente a questa osservazione, per Comte la ragione per cui, ad esempio, la geometria si è sviluppata e costituita come scienza prima della biologia starebbe soprattutto nel fatto che le ricerche di cui si occupa la prima si riferiscono ad una proprietà comune a tutti i corpi, quella di essere estesi e di avere figura e proporzioni determinate, mentre le ricerche del biologo si riferiscono ad una categoria particolare di corpi, quelli che, oltre alle proprietà che costituiscono l’oggetto della geometria, ne possiedono anche altre specifiche di cui il geometra, in quanto tale, può e anzi deve fare astrazione, ossia i corpi che sono soggetti non solo alle leggi che esprimono le proprietà dello spazio o quelle della materia inorganica, ma anche ad altre leggi più complicate che è compito speciale del biologo scoprire e formulare.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





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