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      VIII
     
      Un’altra parte della teoria di Comte che si presta ad obbiezioni anche più gravi è quella che concerne le condizioni da cui dipende la maggiore o minore applicabilità del metodo deduttivo in certi ambiti della ricerca scientifica. La tendenza a stabilire una connessione diretta fra tale applicabilità e il grado di «generalità» (nel senso sopra spiegato) delle proprietà e delle leggi che costituiscono l’oggetto di ciascuna scienza, condusse Comte ad alcune delle conclusioni meno giustificate sul carattere logico e il metodo proprio a ciascuna scienza fondamentale. È difficile attribuire ad un’altra causa la ripugnanza caratteristica che egli prova ad ammettere che l’uso della deduzione possa in qualche misura contribuire alla risoluzione dei problemi relativi ai fenomeni sociali; ripugnanza che, oltre ad indurlo a giudicare con un’ingiusta severità l’applicabilità del calcolo delle probabilità alle ricerche sociologiche, l’ha portato a disconoscere completamente il carattere logico di quella parte della scienza economica che ha per oggetto la determinazione delle conseguenze che risulterebbero dal libero gioco di un determinato insieme di moventi umani, se la loro azione potesse venir isolata da quella degli altri moventi che possono influire sull’azione degli uomini in un dato ambiente sociale. La stretta affinità di metodo e la notevole analogia di struttura che questa importante branca delle scienze sociali presenta con le parti della fisica matematica in cui i principi e le teorie della meccanica trovano la loro più semplice e diretta applicazione, non gli sarebbero certo sfuggite se egli fosse stato meno soggetto al pregiudizio di una diretta connessione tra l’estensione dell’ambito di validità delle leggi più generali di una scienza e il grado di applicabilità dei procedimenti deduttivi alla medesima.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





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