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      Da quando, fino dal 1876, egli provocò, all’Accademia di Neuchatel, l’istituzione d’un corso speciale su tale soggetto, egli non ha mai cessato di occuparsene, esponendo di tanto in tanto, in articoli od opuscoli, le vedute successivamente adottate in proposito, vedute, che, come egli stesso ci avverte, si sono più volte modificate anche nei punti più fondamentali. Ciò conferisce tanto maggior interesse a questa sua recente pubblicazione, nella quale egli, rifondendo e coordinando il contenuto di una serie di articoli comparsi, or è qualche anno, nella "Critique philosophique", ci presenta riassunte quelle che si potrebbero ritenere le sue definitive conclusioni in proposito.
      La più essenziale caratteristica del sistema di classificazione, che egli ora propone, consiste nell’importanza che vi si trova attribuita, in primo luogo a quella distinzione che, nei sistemi del Comte, del Cournot, dello Spencer, è espressa dall’opporre le scienze «concrete» alle scienze «astratte», le scienze cioè che si occupano puramente di descrivere dei fatti, alle scienze che ne ricercano le cause e le spiegazioni; e, in secondo luogo, alla distinzione che sussiste tra le scienze appartenenti alle suddette due categorie, e le discipline che hanno per compito, non tanto di indagare ciò che è accaduto o accadrà, quanto di determinare i mezzi atti a realizzare ciò che dovrebbe accadere, o, in altre parole, d’indicare le vie che ci possono condurre al raggiungimento di fini determinati.
      Per quanto riguarda la prima di queste due distinzioni, quella cioè tra scienze dirette all’accertamento e alla descrizione dei fatti e scienze dirette alla scoperta e al coordinamento delle leggi che li regolano, l’autore crede opportuno chiarirne anzitutto il significato mediante un’analisi quanto più precisa e rigorosa del concetto di «legge».


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





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