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      I rapporti di dipendenza che le varie scienze «teorematiche» così ordinate hanno tra loro, e quelli che sussistono tra l’intero gruppo da esse costituito e il gruppo delle scienze «storiche», precedentemente considerato, sono da lui efficacemente rappresentati per mezzo di un’immagine assai felice sulla quale egli ripetutamente insiste.
      «Les lois, egli osserva, sont comme le canevas de la réalité». Su questo canovaccio le scienze più astratte, come per esempio l’algebra o la geometria, segnano, colle leggi che enunciano, le prime inquadrature alle quali il ricamo dei fatti si deve necessariamente appoggiare, pure non essendo da esse in alcun modo determinato nei suoi particolari. Le scienze più concrete, come la fisica o la chimica, aggiungono a tale intelaiatura nuovi fili che, costituendo delle maglie sempre più strette, permettono al ricamo di riprodurre con maggiore esattezza i contorni di ciò che è la realtà concreta. Ma per quanto questo processo continui, per opera delle scienze successive, per quanto s’accresca il numero delle leggi di cui si tiene conto, non sarà mai possibile, per quanto si è visto sopra, giungere a prevedere, senza l’ulteriore sussidio delle cognizioni forniteci dalle scienze appartenenti all’altra categoria - cioè a quella delle scienze storiche - quale mai tra tutti i ricami o i disegni possibili, cioè compatibili col sussistere delle leggi da noi conosciute, sia stato, o sia per essere effettivamente, quello che rappresenta l’andamento dei fenomeni dell’universo nel quale viviamo.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483