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      Si comprende facilmente come e perché la distinzione tra i suddetti due ordini di attribuzioni non si presenti sempre sotto una forma così netta, specialmente nelle scienze aventi per oggetto lo studio appunto dei moventi e degli interessi umani, o il raggiungimento di fini troppo complessi per poter esser valutati indipendentemente dalla conoscenza dei mezzi per ottenerli. Ma che anche in queste scienze, quanto più esse progrediscono e assumono forma più rigorosa o si conformano a metodi più esatti, si manifesti la tendenza a rendere la trattazione sempre più «oggettiva», e ad evitare ogni mescolanza delle considerazioni relative agli effetti di dati provvedimenti, con quelle che si riferiscono alla maggiore o minore desiderabilità o convenienza degli effetti medesimi, ci è provato dall’esempio tipico dell’economia politica, i cui più eminenti cultori si accordano ora nel ritenere una tale mescolanza come una delle principali cause dello stato poco avanzato di quelle parti della loro scienza nelle quali essa maggiormente si riscontra. Vedansi per esempio, per ciò che riguarda la scienza delle finanze, le acute osservazioni che fa a questo proposito l’Einaudi, nell’introduzione al suo recente volume sugli «Effetti dell’imposta».
      Si può dire anzi in generale che, quanto più cresce la divisione del lavoro nel campo della ricerca scientifica, di altrettanto deve necessariamente diminuire l’autorità di ogni singolo scienziato nel giudicare di questioni che non si riferiscano puramente e semplicemente a ciò che è (in opposizione a ciò che dovrebbe essere, o che sarebbe desiderabile che fosse). Le questioni infatti, nelle quali entrano in giuoco considerazioni relative al confronto o alla valutazione comparativa di fini o di ideali diversi, non possono essere risolte che tenendo conto d’una quantità di considerazioni, tra le quali quelle su cui può interloquire ciascun singolo scienziato specialista non rappresentano che una porzione sempre meno significante.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





Einaudi