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      La proposizione perde allora ogni diritto all’«evidenza» di cui godeva nella sua primitiva interpretazione e la sua stessa negazione diventa una ipotesi possibile e altrettanto legittima quanto la sua affermazione.
      Come già molto tempo addietro aveva osservato un pensatore troppo dimenticato, Bernhard Bolzano (1781-1848) , quando si enuncia, per esempio, l’assioma che ogni effetto deve avere una causa, lo si può anche giustificare dicendo che un effetto senza causa non sarebbe un effetto; ma l’assioma interpretato in tal modo, benché sia evidentissimo, non ci dice quasi niente, poiché di fronte a un fatto o ad un fenomeno qualsiasi, ci sarà altrettanto difficile decidere se esso è un effetto, quanto decidere se esso ha una causa. Se, al contrario, la frase «ogni effetto ha una causa» viene interpretata nel senso che ogni fenomeno, ovvero tutto ciò che avviene, ha una causa, questa frase ci dice allora qualcosa, e qualcosa di molto importante ed utile, ma cessa allo stesso tempo di essere evidente e necessaria e diviene suscettibile di essere considerata soggetta ad eccezioni. Locke aveva giustamente osservato, a proposito delle «massime», che molte di esse possono essere considerate certe solo alla condizione di venire svuotate di ogni significato e possono mantenere il loro significato solo alla condizione di rinunciare alla loro evidenza e talvolta perfino alla loro certezza.(81)
      Ogni sforzo compiuto per analizzare e scomporre nei loro elementi le nozioni alle quali si riferiscono le proposizioni di questo tipo, per il solo fatto di metterci in grado di attribuire ai termini che le designano dei significati sempre più generali, cioè dei sensi che implicano una parte sempre minore degli elementi che ne costituivano il senso primitivo, tende a modificare la portata e il significato stesso delle proposizioni in cui essi figurano.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





Bernhard Bolzano