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      Ma tanto gli uni quanto gli altri sono egualmente processi deduttivi, ed in ambedue i casi si ha egualmente bisogno di tutto l’apparato e di tutti i sussidi dai quali l’operazione del dedurre può essere facilitata e garantita. Si può anzi affermare che l’aver preso coscienza di ciò - l’aver cioè riconosciuto che, anche quando le premesse di un ragionamento deduttivo sono meno certe delle eventuali conseguenze che se ne traggono, rimane nondimeno importante procedere con rigore, con coerenza, con precisione - costituisca una delle principali caratteristiche dell’attitudine del pensiero scientifico moderno di fronte a quella tipicamente rappresentata dal pensiero greco.
      Questo infatti, mentre manifestava il massimo ardire costruttivo in quei campi nei quali, come nella geometria, la certezza del punto di partenza raggiungeva il massimo grado, nei campi invece nei quali, come nella fisica e nella meccanica, tale fatto non avveniva, non riescì a sollevarsi che di poco (eccetto in parte nell’astronomia) al di sopra di un empirismo grossolano, incapace di vedere tra i fatti altre connessioni che quelle che si presentano spontaneamente a chi li osserva passivamente senza giovarsi di qualsiasi preconcetto ordinatore o selettivo.
     
      Passando ora al secondo gruppo di metafore, e anzitutto a quelle che rappresentano la deduzione come un processo diretto a estrarre dalle premesse ciò che vi è già contenuto, la prima osservazione da fare è che anche esse, come quelle del gruppo precedente, tendono indebitamente a deprimere e sminuire l’importanza della deduzione rispetto agli altri processi di ragionamento o di ricerca.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483