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      Il concetto della definizione come un processo di decomposizione, o analisi, delle nozioni nei loro elementi più semplici e più generali porta immediatamente a porre in contrasto la relazione in cui questi si trovano, di fronte alle nozioni che concorrono a costituire, con quella, inversa, in cui si trovano invece gli individui, rappresentati da un dato concetto, di fronte a quelli, più numerosi, rappresentati dai concetti più generali mediante i quali esso è definito. Di qui la distinzione, tanto importante nella logica, tra l’estensione e la comprensione d’un dato concetto, così chiaramente caratterizzata già da Aristotele.(89)
     
      Anche le metafore del terzo gruppo, quelle cioè che qualificano il passare dalle premesse alla conclusione come un discendere, e il ricercare le premesse d’una conclusione come un ascendere o un risalire, hanno questo di comune con quelle del tipo ora esaminato, che esse sono applicabili a rappresentare, oltre che il processo di deduzione, anche quello di definizione. Questo è infatti spesso caratterizzato anche come consistente nel risalire dalle intuizioni particolari ai concetti più generali sotto i quali esse rientrano.
      Di questa ultima immagine non è che una variante quella rappresentata dal cosidetto albero di Porfirio, nel quale le successive diramazioni, che si staccano dal tronco, rappresentano le nozioni sempre più determinate che si ottengono introducendo gradualmente, nella classe più generale e comprensiva possibile, quella cioè delle cose esistenti, un numero sempre più grande di specificazioni e qualificazioni, finche si arrivi alle nozioni corrispondenti ai singoli individui o a dati fatti particolari.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





Aristotele Porfirio