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      Per quanto riguarda i rapporti tra queste vedute e i vari aspetti del «pragmatismo», è da notare anzitutto come esse portino a far riconoscere la principale difficoltà contro la quale vengono a urtare i tentativi di determinare il significato d’una affermazione mediante un appello alle sue conseguenze particolari, poiché infatti tali conseguenze non sono, nel caso più ordinario, conseguenze di essa soltanto, esse possono risultare affatto diverse, e talvolta anche contraddittorie, a seconda delle altre affermazioni colle quali l’affermazione che si considera si voglia combinare.
      Occorre quindi ammettere che una teoria, o insieme di ipotesi, possa avere un significato anche quando non se ne possa propriamente attribuire alcuno alle singole parti, o affermazioni, che concorrono alla sua costituzione: allo stesso modo come una frase può avere un senso determinato senza che ciò avvenga per tutte le parole di cui essa è composta, prese ciascuna per sé.
      Per ciò che tocca, invece, l’altro aspetto del «pragmatismo», riferentesi alla parte che l’arbitrio e la convenzione hanno, e devono avere, nella scelta delle teorie, le conclusioni del Duhem tendono a porre in luce come, accanto all’arbitrarietà nella scelta delle ipotesi da adottare per la spiegazione di dati ordini di fatti, vi sia campo anche per un’altra specie di «arbitrarietà»: l’arbitrarietà nella scelta di quelle parti d’una data teoria che devono essere per le prime sacrificate quando si manifesti un disaccordo tra le previsioni, alle quali l’intera teoria conduce, e i resultati effettivi di qualche determinato esperimento.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





Duhem