Pagina (337/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Tra questi fraintendimenti i peggiori erano quelli a cui si prestava l’uso dell’equivoca locuzione «conseguenze pratiche», la cui interpretazione volgare come sinonimo di «conseguenze utili o vantaggiose» ha dato luogo alla strana concezione del «pragmatismo» come dottrina secondo la quale il senso e la verità stessa di una qualunque teoria o affermazione non sarebbe che un altro nome per indicare l’utilità o i vantaggi che speriamo trarre dalla sua adozione.
      Ciò ha lasciato buon gioco, al tempo stesso, agli avversari della nuova dottrina che hanno creduto di poterla rifiutare identificandola semplicemente con una tesi così assurda e d’altra parte a quelli dei suoi sostenitori e difensori che l’apprezzavano soprattutto in ragione della sua capacità (vera o presunta) di venire «utilizzata» per la difesa di dottrine o credenze alquanto difficili da difendere con mezzi differenti da questo appello alle «conseguenze pratiche».
      È attraverso le opere di W. James (il cui importante trattato di psicologia, tradotto dal dott. C. G. Ferrari(102) ha trovato in Italia larga diffusione e stima) e quelle di F. C. S. Schiller (Oxford)(103) che l’eco delle controversie americane e inglesi sul pragmatismo è giunta a destare l’attenzione di parte del pubblico filosofico italiano. Una discussione polemica su questo tema tra G. Prezzolini e M. Calderoni nella nuova rivista filosofica che abbiamo già citato,(104) ha dato luogo ad un’elaborazione delle dottrine di Ch. Peirce, elaborazione i cui risultati hanno costituito il punto di partenza per tutta una serie di studi e analisi originali pubblicati sui numeri successivi della stessa rivista.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





James Ferrari Italia S. Schiller Oxford Prezzolini Calderoni