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      Le imperfezioni che presenta il linguaggio tecnico della psicologia quando lo si vuole utilizzare per rappresentare i fatti della coscienza e gli stati d’animo più complessi e variabili, sono studiate da Prezzolini in un opuscolo «sul linguaggio come causa di errore».(111) Dello stesso autore è anche un manuale piuttosto ironico sulla «arte di persuadere», il cui titolo, per maggiore esattezza, dovrebbe essere invece «dei diversi mezzi per ingannare gli altri e ingannare se stessi quando lo si desidera».(112)
     
      Alle applicazioni dei metodi di analisi, di cui abbiamo appena discorso, alla logica e alla teoria della conoscenza, ne corrispondono altre all’etica e alle scienze sociali.
      Ci limiteremo qui a un breve riassunto delle due pubblicazioni di Calderoni, di cui una è dedicata alla critica dei fondamenti del diritto a punire(113) e l’altra a una estensione al campo dell’etica della teoria economica del valore.(114)
      Il fine principale che l’autore si prefigge nella prima di queste due opere è quello di combattere il pregiudizio, molto diffuso tra gli aderenti alla scuola che ha avuto il nome di «scuola positiva italiana di diritto penale» (Lombroso, Ferri, ecc.), che consiste nel credere che l’accettazione della tesi determinista, cioè della dottrina per cui le nostre azioni e decisioni hanno luogo secondo leggi non meno rigorose e inflessibili di quelle che sussistono per ogni altro ordine di fatti, implichi il rigetto della nozione di responsabilità e di ogni distinzione tra azioni volontarie e involontarie.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





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