Pagina (358/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      ) di cui godono i produttori che lavorano nelle condizioni più favorevoli (per esempio con migliori attitudini o capacità naturali) possono venire giustificati solo dal fatto che sono necessari per stimolare alla produzione gli altri produttori da cui gli stessi risultati sono ottenuti solo al prezzo di maggiori sforzi o spese.
      Vi è dunque una perfetta corrispondenza (un matematico direbbe che vi è solo una differenza di segno) tra questi casi e quelli, precedentemente considerati, delle pene che vengono inflitte a coloro per i quali esse si sono dimostrate inutili, allo scopo di influire sulla condotta di altre persone per le quali si spera che il timore di meritarle costituisca un freno sufficiente.
      Tuttavia, nell’opera di Calderoni i rapporti tra l’etica e l’economia politica non vengono affrontati solo da questo punto di vista.
      Egli crede che un altro rimprovero che gli economisti potrebbero rivolgere ai moralisti sia di non aver prestato sufficiente attenzione al rapporto di dipendenza che sussiste tra gli apprezzamenti sul valore morale di ciascuna categoria di azioni umane e la frequenza o rarità di tali azioni rispetto alle esigenze sociali che esse soddisfano.
      È un rimprovero che si può ugualmente rivolgere ai moralisti delle scuole più disparate e opposte, dai sostenitori della morale utilitaristica a coloro che accettano la dottrina stoica o kantiana del «dovere assoluto».
      In effetti, quando gli utilitaristi parlano dell’utilità sociale come unico carattere della moralità di una determinata regola di condotta, non si domandano neppure se nel campo dell’etica non si verifichi qualcosa di analogo a ciò che avviene nel campo economico per il «valore di scambio» delle merci o dei servizi: valore che può essere molto piccolo, o anche nullo, per oggetti o azioni di grande «utilità», a condizione che siano abbastanza abbondanti o tali che non vi sia bisogno di alcuna remunerazione «artificiale» per indurre un numero sufficiente di individui a produrli nella quantità richiesta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





Calderoni