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      Al che è anche da aggiungere che gli studi, ora tanto in favore, sulla storia e la psicologia dei metodi scientifici mettono sempre maggiormente in chiaro la funzione importante che, nello sviluppo e nella costituzione delle singole scienze, è da attribuire a quelle operazioni intellettuali che, come ad esempio l’astrazione, l’idealizzazione, o l’ipotesi semplificatrice, ecc., hanno per effetto di creare delle rappresentazioni volutamente monche e incomplete, e, almeno provvisoriamente, false, dei vari ordini di fatti studiati.
     
      Perfettamenfe fondate a questo riguardo, nonostante il loro carattere paradossale, mi sembrano le considerazioni che conducono il Prezzolini, nel suo volume L’arte di persuadere, a stabilire un parallelo tra la costruzione delle «bugie» e quella delle teorie scientifiche:
      «C’è un punto fondamentale della teoria delle bugie che è ignorato da molti; e cioè questo: che per formare una bugia che abbia la massima probabilità di essere accettata bisogna osservare le stesse regole che segue lo scienziato formando le teorie scientifiche: bugia e teoria scientifica rispondono agli stessi bisogni intellettuali. Chi conosce i lavori di quella tendenza prammatista che ha svolto, rispetto alle scienze, soprattutto l’importanza che ha in esse il concetto dell’economia (Mach, Avenarius, Petzoldt) non ignora che requisiti di una teoria scientifica sono i seguenti:
      a) economia, ossia semplicità e facilità di comprensione e di organizzazione, essendo ogni teoria uno strumento;


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





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