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      (34) E parimenti Seneca, parlando dei terremoti: « Quaerenda sunt trepidis solatia et demendus ingens timor » (Nat. Quaest., lib. VI).
      (35) Anche nelle ricerche a base di pura induzione (statistica), l’intervento della deduzione diventa indispensabile in quella parte del processo di ricerca che consiste nel separare le coincidenze fortuite da quelle che possono condurre alla determinazione delle leggi che regolano i fenomeni studiati. I greci sembrano aver ignorato i concetti più elementari del calcolo delle probabilità; essi si riscontrano forse per la prima volta in Galileo.
      (36) L’osservazione è di Locke (Essay, lib. iv, cap. 12, 2): « One thing which might probably give an occasion to this way of proceeding [by deduction from axiomatic principles] in other sciences was, as I suppose, the good success it seemed to bave in mathematics, wherein men being observed to attain a great certainty of knowledge, these sciences carne by preeminence to be called mathèmata or màtesis, that is learning».
      (37) Ambedue questi aneddoti sono riportati da Stobeo (Eclogae).
      (38) In queste scienze l’uso del metodo d’insegnamento socratico, o per dialogo e successive interrogazioni, sgravando il discente da tale lavoro di scelta e di concatenamento delle proposizioni attraverso le quali giunge, a conclusione nuove, gli dà l’illusione che esse siano assai più facilmente raggiungibili di quanto non siano in realtà. Di qui la sua efficacia stimolatrice.
      (39) «Non ha l’ottimo artista alcun concetto / che un marmo solo in sé non circoscriva / col suo soperchio, e solo a quello arriva / la man che obbedisce all’intelletto» Buonarroti, Rime, sonetto I.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





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