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      Tumultuavano l'ambiente, respingevano la moltitudine e facevano larghi che si riempivano quasi simultaneamente.
      Ho veduto Zavattari con la sua bella faccia sincera entrare dalla parte della Scala, dopo che era stato sul balcone municipale a pacificare i cittadini con gli altri oratori. L'interruzione della piazza e gli squilli erano impotenti a rarefare la ressa. Le trombe con la loro violenza che incalzava alla fuga, irritavano e indemoniavano.
      Alle dieci molta gente spinta e risospinta era rimasta fuori della Galleria e si era avviata a domicilio. I questurini rincorrevano i dimostranti pił clamorosi e facevano arresti. Gli arrestati passavano tra gli agenti che li tenevano per il colletto o per le braccia.
      Le grida di molla! molla! moltiplicavano il numero di coloro che venivano violentati fino a San Fedele.
      Alcuni arrestati s'imputavano e urlavano e si scuotevano per divincolarsi dai tentacoli polizieschi. L'odio di classe si era manifestato con tutta la sua perversione. I signori della Brasera Milanese, dal balcone del terzo piano al di sopra del negozio Munster, riversavano sulla folla parecchi secchi d'acqua.
      La gente, esasperata, volgeva in alto i visi stravolti dalla collera con i pugni chiusi e la bocca divenuta un vulcano d'improperi.
      I pił lontani, quelli dell'angolo, tiravano al balcone sassi che precipitavano per la parete della galleria con un baccano indiavolato. Senza le corse e le rincorse dei questurini e dei carabinieri con gli squilli di tromba, avrebbero scontata la loro buaggine pericolosa con la morte del Prina.


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





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