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      - Largo! Largo! Indietro! Indietro! via! via!
      Credevamo che fosse la folla dei soldati che spazzasse la via. Invece sono i primi feriti sulle braccia del popolo, raccolti dal popolo, portati via dal luogo micidiale dal popolo. I primi due caduti che veggo hanno l'aria di operai. l'uno è abbandonato di peso sulle braccia di due che lo sorreggono e sfiorano le labbra smorte, gli occhi che incominciano a chiudersi, la pelle del volto che scolorisce e assume un non so che di diafano.
      L'altro ha il viso cosparso di sangue e si dice che sia pure ferito al ventre o alle gambe. Il disgraziato non parla. Ha le braccia abbandonate sulle spalle di uno dei due che lo portano, e le gambe penzoloni. Egli è come seduto. Diventa paonazzo. Chi è? Come si chiama? Nessuno lo conosce. Il piombo lo ha fatto stramazzare. Non si ha tempo di intenerire per alcuno. Un ferito è seguito da un altro. È una ragazza che giunge col grembiule in una sola macchia di sangue. La si circonda. Pare uscita da un macello. la si crede sventrata. È abbattuta, piange, risponde coi singhiozzi. Finalmente ci toglie l'oppressione raccontandoci che tutto il sangue del grembiule è di un ragazzo caduto durante il primo parapiglia. Il poveretto era come scallottato. Non ha potuto passare senza raccoglierlo. Poi glielo hanno portato via. Tre, quattro, dieci mani se ne sono impadronite. Tutti i momenti arrivano persone in fuga. Si grida: alla farmacia! alla farmacia! È un mucchio di gente intorno a un ferito o morto che sia, e si grida: alla farmacia! alla farmacia!


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302