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      I soldati del 47° fanteria avevano ancora i fucili della scarica spianati. La stradaiuola, rimasta in piedi, raccolse un sasso dal suolo sterrato e andò, armata del proiettile di Balilla, come una furia sul muso dell'ufficiale per romperglielo.
      - Vigliacchi! disse con uno scotimento di testa e in atto di scagliare la sassata.
      L'ufficiale, bianco di terrore, rimase nell'atteggiamento arcigno di chi ha compiuto un atto feroce ed è pronto a ripeterlo. Non si mosse, non ebbe una parola, lasciò la punta della spada nel terriccio.
      Se un giorno avrò modo di farmi ascoltare dai miei concittadini, inizierò una sottoscrizione per te, o donna. Tu sì che hai avuto del coraggio, del coraggio impulsivo, se vuoi, ma del coraggio, accidenti! In battaglia sono gli impulsivi che compiono i prodigi. Tu non ti sei consultata. Tu ti sei abbandonata ai tuoi nervi e i tuoi nervi ti hanno precipitata sul sasso e scaraventata sul militare che convertiva le vie e le piazze in campi di rovine e di sciagure umane. Ti vedo ancora bella come una dea, circonfusa in un'aureola di gloria, con le trecce dei capelli biondi quasi sfatte, con la faccia imporporata di salute, col seno che ansa dinanzi le bocche di fuoco, col pugno teso che stringe il proiettile della vendetta popolare. In un momento di fuga generale ti sei elevato un monumento. Ma per la nostra società non sei monumentabile. Tu non sei che un ordigno di sfogo. Passata la commozione cittadina e il trambusto della legge eccezionale che impera sulla legge generale, passeggerai ancora dalle due alle quattro di ogni pomeriggio per i portici della Galleria in cerca di uomini(1).


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





Balilla Galleria