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      Capi di organizzazioni operaie, deputati socialisti, deputati repubblicani, deputati radicali, consiglieri municipali, qualche ex-assessore municipale, direttori di giornali, giornalisti, avvocati, ingegneri, medici, persone che si occupano di politica e di questioni sociali, leaders di questa e di quella piattaforma. l'uscio non stava mai quieto. Ogni momento si apriva e lasciava passare due o tre persone. Sovente passavano nel salottino senza salutare alcuno, qualche volta stringevano le mani di qualche amico e davano la buona sera. Pochi minuti dopo non c'era pių posto che sul pavimento e l'uscio non aveva cessato di andare avanti e indietro. Coloro che entravano dovevano contentarsi di rimanere all'entrata o nel corridoio che faceva da anticamera. Siccome nessuno degli invitati sapeva dove e con chi si sarebbe trovato, cosė ho veduto molte facce diventare smorte o biancastre o paonazze. Alcuni non sapevano neppure in casa di chi si trovavano. La maggioranza era terrorizzata, l'inquietudine di alcuni era tale che pareva che avessero i piedi sugli aghi, la casa del medico pareva un braciere. Vi si respirava un'aria ardente. Parecchi sono entrati e sono usciti senza dire parola. In quasi tutti era la preoccupazione di un'irruzione di poliziotti. Se non fosse stata una vergogna assentarsi dopo essere stati veduti, parecchi avrebbero preso la scala. Tutti assieme rappresentavano la fortuna di Di Rudini, di Bava Beccaris e di Minozzi, il questore. Per tutti loro saremmo stati il complotto, i preparatori dell'insurrezione, i capi della rivolta.


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





Di Rudini Bava Beccaris Minozzi