Pagina (74/302)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Arrivo proprio in tempo a vedere un reggimento o parte di un reggimento di fanteria che va verso il dazio spacchettando le cartucce nella giberna. Sembrano soldati che vengano da lontano. Sono impolverati fino ai capelli e taluni piegano sotto il peso dello zaino e del fucile. A due passi dalla Prefettura c'è il via vai della giornata di perturbazione cittadina. Via Monforte non subisce la paura degli abitanti delle altre vie. Vicino al rappresentante del governo la gente si sente più sicura. I balconi sono pigiati di signori e di signore che applaudono entusiasticamente ai soldati che passano. Da una parte e dall'altra, si vedono i fazzoletti candidi che agitano l'aria e le manine che si aprono come se lasciassero cadere dei fiori. I soldati tirano innanzi senza guardare in alto. Solo gli ufficiali danno segno di compiacimento.
      Si parla di studenti venuti da Pavia a ingrossare il numero dei rivoltosi, nascosti nelle cascine di Acquabella e accampati nelle vicinanze. Se ne discorre e si allibisce, affrettando il passo. Alcuni squilli di tromba mi fanno ritornare presso il ponte di San Damiano. Mi pare di essere bloccato al centro delle operazioni militari. Continuano gli squilli. È un generale con degli altri ufficiali a cavallo, seguito dai trombettieri e parecchi lancieri. Alcuni mi dicono che sia il generale Bava Beccaris in persona. Ma i più lo credono Ponza di San Martino. Può darsi che sia invece né l'uno né l'altro. Il generale e gli ufficiali entrano in via Monforte colle spade sguainate e ciascuno di loro grida dappertutto: "Chiudete le finestre o faccio tirare!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





Prefettura Monforte Pavia Acquabella San Damiano Bava Beccaris Ponza San Martino Monforte