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      Il caporale maggiore, che dall'alto del carretto ha scambiato i cenciosi per una banda di ribelli, ha pure sentito un colpo di fucile, che gli parve uscito dalla folla del cortile. Fu forse questa esplosione che lo fece saltare in terra terrorizzato.
      Il testimonio che non vuole essere riconosciuto, mi raccontò l'assalto al convento senza fremere e senza una parola di biasimo o di lode per alcuno.
      - Dopo le comunicazioni del caporale maggiore, la truppa circondò il convento e incominciò un fuoco di colpi secchi e insistenti. Gli inquilini delle case, che udivano lo strepito delle palle, credevano che i soldati stessero contendendo il terreno ai rivoltosi, comandati, come dicevano alcuni, dal Pirolini repubblicano. Siccome non compariva nessuno, aumentarono le scariche. Dietro le griglie della mia casa, non vedevo che fumo e non sentivo che un pam! pam! che infuriava e una gragnuola di proiettili che penetrava negli edifici, frantumava i vetri, faceva cadere tegole o portava via tocchi di grondaie. Le palle si rovesciavano sul convento a centinaia per volta, con un accanimento che gelava il sangue. Tutti poi, dalle case vicine, credevano a una resistenza inaudita e pensavano alla strage. Alle fucilate si aggiunse il cannone.
      Buum! Buuummm!
      - Lo spavento delle famiglie fa venir su la pelle d'oca anche adesso. Non abituate a trovarsi così vicine ai combattimenti di uomini contro uomini, le donne gridavano, si stringevano al petto i figli e si nascondevano, dove l'entrata dei proiettili era meno probabile.


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





Pirolini