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      Ciascuno di noi cercava di mettersi più al sicuro che poteva, spingendosi innanzi, magari brutalmente, facendosi largo coi pugni chiusi, risospingendo i più audaci che prendevano gli uomini e le donne per le spalle per aprirsi la via verso la postierla.
      La scarica, che ci fece sussultare sul suolo, finì per incalzarci tutti a cercare un rifugio al di là dell'assito. Si gridava come disperati.
      - Oh, Signore! Oh, Madonna! salvateci! salvateci!
      - Ci ammazzano! salvate i poveri diavoli che non hanno fatto niente di male!
      E un'altra scarica, che mi parve una cannonata, ci fece perdere la bussola. Infuriati dal parossismo, non ci furono più riguardi nè per un sesso nè per l'altro. Si spingeva e si calcava come si poteva. La postierla subiva le ondate impetuose senza cedere. Allora diventammo tutti pazzi.
      - Aprite! Aprite!
      - Oh, Dio, si muore!
      E in un momento supremo, come se tutte le forze riunite si fossero rovesciate verso un punto, le lastre di ferro dei catenacci che ci precludevano la via del rifugio si staccarono quasi fossero state di pasta frolla, e l'uscio della postierla andò al suolo con un fracasso che fece scappare gli ultimi frati in coro.
      L'invasione fu un attimo indescrivibile. Si fuggiva come quando si è inseguiti dall'acqua straripata dal fiume. A gambe levate, senza pensare ai caduti, senza voltarci indietro, infilando la scala che sale o discende, svoltando a destra o a sinistra, tappandoci in una latrina, in una cella rimasta aperta, nascondendoci nel solaio, nella paglia della stalla, o buttandoci attraverso le fascine della legnaia nel cortile del fabbricato rustico.


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





Madonna Dio