Pagina (113/302)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Lo pubblicava e ripubblicava con l'intenzione assassina d'infuriare la mano militare contro i redattori del giornale di S. Pietro all'Orto. Questa č storia.
      Potevano essere le quattro e mezzo. Mi sentivo spossato dalla fame e dal lavoro e la testa confusa dagli avvenimenti. In redazione c'era stato l'andirivieni della commozione cittadina. Sembrava una sala d'aspetto. La gente era andata e venuta sbalordita, concitata, terrorizzata. Gli sconosciuti entravano, raccontavano con la parola spaventata dal loro spavento o esaltata dalla loro esaltazione e scomparivano, senza magari lasciarsi mai pių vedere. Erano i reporters spontanei delle giornate tumultuose.
      I locali dell'Italia del Popolo li conosci. Si entrava dal portone della casa di via S. Pietro all'Orto, si saliva al primo piano, si passava dallo stanzone amministrativo, si voltava a sinistra, si entrava nella sala di redazione, e si vedeva il direttore spingendo l'uscio in fondo alla parete di fronte.
      Il reportage spontaneo era cessato. Nella direzione si trovavano Chiesi e Federici - in redazione Ulisse Cermenati e l'avvocato Valentini, il quale, come sai, scriveva, in quei giorni, degli articoli finanziarii. Il Seneci era dabbasso in tipografia che lasciava andare a casa gli operai, raccomandando loro di ritornare per l'edizione di notte. Di fuori, dinanzi il locale di distribuzione, la folla degli strilloni aspettava con impazienza l'ultima edizione della giornata. Ne avevano vendute delle bracciate nella mattina e nel pomeriggio, e s'impromettevano di spacciarne assai pių nella sera.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





S. Pietro Orto Italia Popolo S. Pietro Orto Chiesi Federici Ulisse Cermenati Valentini Seneci